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Milano nera

Luca Ruali
Film diretto da Gian Rocco e Pino Serpi, sparito per 30 anni e recuperato nel 1995. Sceneggiatura poco convinta di Pier Paolo Pasolini che nel 1959 scrive lo stesso soggetto almeno cinque volte: Morte di un amico di Franco Rossi; Le notti dei Teddy Boys di Elio Petri; La notte brava di Mauro Bolognini; Una vita violenta.

Milano Nera sceglie quello che potrebbe essere uno dei temi naturali della città, una notte dedicata a sentimenti aggressivi, ma si sentono la mancanza di un consulente di strada come Sergio Citti su Roma e la perplessità di Pasolini verso il travestimento superficiale da Teddy Boys dei ragazzi milanesi. Il tono resta sospeso tra Milano violenta e musicarello, così i titoli di testa offrono Perché non piangi più (Nico Fidenco), poi c’è spazio per Teddy Girl (Celentano) cantata in taxi:

‘Oh Teddy Girl,
pupa in Technicolòr,
Teddy Girl,
c'è un juke box nel tuo cuor’ (Technicolòr che fa rima con cuor).

Uno dei titoli provvisori ‘La polenta con le sevizie’ sarebbe stata una dedica più sincera a un provincialismo che - come in Teddy Girl - prova ad essere cattivo solo collezionando oggetti e comportamenti:

‘Un album di fumetti,
un sacco di long playing,
un pacco di chewing-gum
che fa bum-bum.’





La forma della città risponde meglio delle persone a Pasolini che arriva a Metanopoli, Buenos Aires, Novate, Bollate. Ma la sceneggiatura gli viene prima pagata a metà e poi semplificata altrettanto. Ogni ragazza diventa una prostituta; i due omosessuali, due tragici incompresi; ogni ragazzo, un ‘selvaggio piccolo borghese con modelli poco chiari sparsi in giro’ (Alberto Piccinini prefazione a La Nebbiosa) in modo che della attrazione originale di Pasolini per la città e i Teddy Boys resta il fastidio per questi incerti sentimenti hardcore. Le dichiarazioni che hanno sempre accompagnato il film: ‘fantasmagorica scena finale a San Siro’, ‘sequenze di luci nella notte’, esprimono quel po' di fascino che il film ha per non essere stato distribuito e il rancore per avere bruciato il miglior titolo possibile.

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Film recovered in 1995 and hesitant script by Pier Paolo Pasolini who in 1959 wrote the same subject at least five times: Death of a friend (morte di un amico) directed by Franco Rossi; Le notti dei Teddy Boys directed by Elio Petri; The big night (la notte brava) directed by Mauro Bolognini; A violent life, the novel. But the screenplay is paid in half and then simplified equally. Every girl becomes a prostitute; the two homosexuals, two tragic Kassandras; every boy, a wild little bourgeois; so of the original attraction of Pasolini for the city and the Teddy Boys remains the disappointment for these uncertain underground feelings. The feedback that have always followed the movie: 'phantasmagoric finale scene in San Siro' or 'sequences of lights in the night', just express the little fascination that the movie has for not being distributed and the annoyance for having burned the best title possible.

Milano nera, directed by Gian Rocco and Pino Serpi, 1961



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